Si precisa in sentenza (richiamandosi espressamente l’insegnamento facente capo all’Adunanza Plenaria sentenza n. 26/2013) come l’art. 49 D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e l’art. 88 D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207, in relazione all’articolo 47, paragrafo 2 della Direttiva 2004/18/CE, devono essere interpretati nel senso che essi ostano a un’interpretazione tale da configurare la nullità del contratto di avvalimento in ipotesi in cui una parte dell’oggetto del contratto di avvalimento, pur non essendo puntualmente determinata sia tuttavia agevolmente determinabile dal tenore complessivo del documento, e ciò anche in applicazione degli artt. 1346, 1363 e 1367 c.c..
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