Si afferma in sentenza, da parte del Consiglio di Stato , che se è vero che i provvedimenti di nomina dei Magistrati a incarichi direttivi – adottati dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) – sono sindacabili in sede di legittimità solo ove risultino inficiati da palese irragionevolezza, travisamento dei fatti o arbitrarietà, e che gli atti di conferimento di Uffici direttivi non necessitano di una motivazione particolarmente estesa, tuttavia ciò è vero purché da tale motivazione emergano, ancorché in modo sintetico, ma chiaro, esplicito e coerente, le ragioni in base alle quali l’organo deliberante, procedendo all’apprezzamento complessivo dei candidati, si sia convinto circa la preferenza da attribuire ad un candidato rispetto agli altri.
Provvedimenti di nomina dei Magistrati a incarichi direttivi, i poteri del CSM
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