- Mi ritengo fortunato per avere incontrato Mario Bertolissi ed avere dialogato con Lui sui problemi del diritto.
Ma credo che ancora più fortunati debbano considerarsi i Suoi allievi ed i numerosi studenti che hanno ascoltato, gustato ed assimilato le Sue lezioni.
Mario Bertolissi ha svolto un “magistero” scientifico universitario, da vero “Magister” come era anticamente il Magister artium, oggi dell’arte del diritto.
In ogni lezione, Egli ha donato agli ascoltatori la parte migliore del Suo pensiero, della Sua sensibilità e del Suo acume giuridico.
Vi sono, in questo dono, delle radici universitarie profonde, perché questo è stato il metodo del Prof. Livio Paladin, Maestro di Mario Bertolissi, che ne ha accolto, ed ampliato, l’eredità spirituale.
- I settori nei quali si è svolta l’indagine scientifica (ed anche umana) di Mario Bertolissi sono numerosi, e ne recano testimonianza i saggi e le opere monografiche che vi sono nelle biblioteche, e nelle memorie dei computer.
I temi ed i problemi considerati e vagliati, direi anatomizzati da Mario Bertolissi, sono di ampia quantità e qualità.
Rammento qui l’ opera :“Identità e crisi dello Stato costituzionale in Italia” (2003), che riprende in chiave moderna le tesi di Hobbes sul Leviatano: “questo Dio mortale che ci dà pace e riposo”, e l’ opera: “Ripensare la Costituzione. Le questioni delle pluralità” (2008).
Ma vi è un’ opera che voglio ricordare, per la ragione che si tratta di un saggio scritto a due mani (da Mario Bertolissi e da me), dal titolo:
La semplificazione delle leggi e dei procedimenti amministrativi, Jovine, 2013,
dove le tesi più originali, solide e degne di meditazione sono state espresse da Mario Bertolissi, ed il mio contributo è stato quello di un contrappunto giuridico, di completamento e talvolta di dissenso costruttivo.
Ho voluto citare questo testo perché il percorso logico che è stato seguito ha toccato altri problemi, complessi e delicati, quale il problema della specialità, delle regole speciali rispetto alle regole generali, specialità che è essenza di libertà, e che tiene conto anche dell’eguaglianza.
Su questi, e su altri temi simili, si è svolto il magistero di Mario Bertolissi, che Egli ha considerato anche nelle ultime lezioni accademiche all’Università.
- Ho detto ultime lezioni.
Ma devo correggermi.
Infatti non si è trattato delle ultime lezioni, perché nel campo dello spirito e della vita universitaria, non vi è, e non vi può essere l’ultima lezione.
Certo, vi sono nelle cose umane, i limiti spaziali e temporali, ma non vi è un’ultima e definitiva lezione.
Vi è, ancora, un’altra lezione che deve ancora essere pronunziata, anzi, ve ne sono molte altre, che inizieranno, come è avvenuto per i grandi Maestri del passato, con l’ “Heri dicebamus”.
L’ultima lezione, che deve ancora essere pronunciata, avrà come obiettivo i problemi che si collegano a quelli passati e presenti, ed è la lezione che tocca quelle “nervature” che superano il tempo e lo spazio, nel senso che questi temi saranno in futuro ripresi e rimeditati da altri Maestri.
L’ultima lezione del Prof. Mario Bertolissi, è quindi, necessariamente,
LA PENULTIMA.
Nel campo dello spirito i punti di arrivo sono sempre punti di partenza, e sono – per usare il paragone dantesco – come una “ruota che è egualmente mossa”, e che ci può dare, nonostante la caducità delle cose umane, il senso di qualcosa di grande, che si avvicina all’eterno ed all’infinito.
Attendiamo, quindi, dal Prof. Mario Bertolissi, altre lezioni, simili a quelle nelle quali si è avvicinato alle grandi dimensioni dello spirito.
* * *