Questo contributo si sofferma sulla lettura applicativa delle preclusioni probatorie di cui all’ art. 104 cpa.. Si prospetta una riedizione in appello del giusto contemperamento del principio dispositivo con il metodo acquisitivo, sì da evitare che il fatto entrato nel giudizio amministrativo riesca in una verità processuale contratta. L’analisi della disponibilità della prova e dei poteri di integrazione necessaria del giudice, da distribuire (e sancire) in prime e seconde cure, viene condotta con un termine di scopo: il rimedio di tutela e la sua cadenza istruttoria, devono rispondere al bisogno differenziato di garanzia che segna il tempo processuale amministrativo, nei risoluti conflitti di interesse. L’argomentare dell’autore, nel declinare di riflessi teorici e pratici, muove da una indagine comparativa con la misura del divieto dei nova nel giudizio civile, sottolineandone la differenza qualitativa anche grazie alle ampie notazioni dottrinali e giurisprudenziali riportate. Carmelo Miceli
INDICE
Prove nuove in appello e “distribuzione dei poteri di
governo del giudizio amministrativo”
Capitolo Primo
1. Premessa ………………………………………………………………………………………………..17
2. Natura dell’appello amministrativo……………………………………………………………….25
3. Funzionalizzazione dell’appello all’oggetto del processo…………………………………33
4. Contemperamento tra principio dispositivo e metodo acquisitivo in appello……….59
5. Persistenza del principio di prova………………………………………………………………..69
6. Ripetibilità del metodo acquisitivo in appello …………………………………………………74
7. L’acquisizione del fatto nel processo amministrativo………………………………………76
8. Alternatività o cumulatività………………………………………………………………………….80
9. Rapporti tra verità processuale e verità materiale ………………………………………….84
10. Conclusioni…………………………………………………………………………………………….88
Appendice Giurisprudenza
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