Introduzione
Dopo la caduta del governo Draghi,le Province sono ora tornate d’attualità
relativamente al loro sistema elettivo e precisamente se debbano continuare ad essere disciplinate
dalla legge Del Rio (L.56/2014), ovvero tornare al sistema di elezione diretta,
come era previsto nel Tuel, :sia per il Presidente, sia per il Consiglio provinciale.
Questa ultima prospettiva del sistema di elezione diretta, è stata confermata
dal nuovo Ministro degli affari regionali e delle autonomie del nuovo governo Meloni,
uscito dalle urne del 25 settembre u.s. agli organi rappresentativi delle Province
italiane (UPI) (1).
Anche dopo la riforma del Rio ( L.n.56/2014), le Province “decapitate” (2) e con
l’introduzione del suffragio indiretto , vari Autori, tra quelli patavini , auspicavano un
riordino istituzionale,con un ritorno alla democrazia diretta per il sistema elettivo,
dopo il fallito esperimento costituzionale del 2016 e la fretta con cui venne
licenziata la legge n.56, dando per scontato l’esito referendario.
Data questa situazione, le Province non hanno funzionato, svuotate delle risorse e del
personale specializzato per svolgere le funzioni loro assegnate.
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- Ne da notizie in tal senso il Presidente dell’Unione delle province dell’Emilia Ro-
magna Domenico Tomei,nell’ambito del XXXIX convegno dell’Anci :www.24emilia.com.
- Così apostrofava l’effetto della legge Del Rio il prof.Mario Bertolissi ed il prof. Giuseppe Bergonzini in “Province Decapitate e risorte”,ed.Giappichelli, Torino,2017. Il testo degli autori patavini fu oggetto del convegno , edito da Focus di Key edizioni, avente ad oggetto il webinar del 26.11.2021 ,svoltosi in provincia di Mantova , proprio con il medesimo titolo del testo dei professori patavini: cfr.Focusdiritto.it. “Le province decapitate e risorte”.
- Quale riforma per le Province?
Il sistema elettorale vigente per gli enti di secondo grado, derivato dalla legge n 56/2014, prevede
infatti uno sfasamento temporale tra l’elezione del Presidente (ogni 4 anni) e quella del Consiglio
prov.le (ogni due anni ).
Questo sfasamento temporale ha portato alla conseguenza che in Consiglio prov.le si sono create
alleanze le più disparate per l’elezione del Presidente come quella creatasi in una provincia
lombarda con l’equivalenza dei voti tra maggioranza e minoranza!
Da questo sistema elettivo della Provincia previsto nella legge Del Rio sono derivate
anche alcune conseguenze relative ai poteri programmatori del Presidente che, in assenza
di un mandato elettorale a suffragio diretto, ha dovuto negoziare
tra i suoi componenti della maggioranza, con numeri ridotti per approvare
le delibere consiliari ,come quella del bilancio preventivo e consuntivo.
Lo “stallo” si è creato anche per la mancanza di un solo voto tra i componen-
ti della maggioranza!
Tale situazione di “stallo” nella “governance” dell’ente Provincia è anche frutto
del maggiore peso ponderato della città rispetto agli enti territoriali della provincia,
voluto dalla legge Del Rio.
Il ritorno al sistema a suffragio diretto del Presidente garantirebbe, per le ragioni critiche
addotte, un lineare e buon funzionamento degli enti provinciali e garantirebbe al presidente
un programma di governo, senza intralci e negoziazioni continue dei gruppi politici,
ed il Presidente potrebbe adempiere, nel rispetto del suo mandato voluto dai cittadini
e non dalle consorterie politiche, il suo programma..
2.Il periodo transitorio
Naturalmente la legge n 56/2014, fino al nuovo regime giuridico atteso, si applica
a tutti gli enti intermedi, per cui delle due l’una: o si vara una riforma del Tuel che innova il sistema
elettivo per tutte le Province, reintroducendo il suffragio diretto,altrimenti le nuove elezioni degli
organi scaduti sono regolati dalla legge Del Rio per alcuni e non per altri, non ancora scaduti,
con conseguente sfasamento temporale, come si è accennato in precedenza.
E’ quindi auspicabile un periodo transitorio dalla nuova legge del suffragio
diretto per l’elezione degli organi delle Province,onde evitare che si determini una “macchia di
leopardo” tra le Province “risorte” dalla nuova legge di elezione diretta e quelle “decapitate” dalla
legge Del Rio, che continuerebbero ad essere governate in regime di sistema indiretto di
elezione.(3)
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- A tale scopo è stato presentato il ddl S.294 , di 5 artt. ( Romeo ed altri ), nella nuova legislatura, che riprende il Tuel con lo scopo di ripristinare il sistema di elezione a suffragio universale delle Province e delle Città metropolitane,con delega al Governo del riordino delle funzioni degli uffici periferici dello Stato e delle prefetture- uffici territoriali del Governo. Commenteremo il contenuto del ddl S 294, una volta approvato in Cdm.
Conclusioni
Quel che occorre evitare nel processo riformatore delle Province, col ritorno al suffragio
diretto, sono gli errori della riforma Del Rio, ossia di “abolire” alcune funzioni che erano
storicamente delle Province, come quella della difesa dell’ambiente e del suolo nonchè della
prevenzione delle calamità naturali ( Ischia docet!),ex art 19 lett. a) del Tuel, a favore dell’ente
Regione o del Ministero della protezione civile.
Se non sono chiarite le funzioni essenziali al funzionamento delle Province e le corrispondenti
entrate, con il personale adeguato per far fronte alle varie competenze (4), ogni disegno
riformatore delle Province, disegno meritorio per il ritorno alla democrazia diretta per l’elezione
—
(4) Questo l’appello dell’Upi, con l’approvazione della legge di bilancio 2023 degli organi prov.li,
rimarrebbe monco per la costruzione non di un intero mosaico, ma di
singole parti.
Anche il previsto progetto dell’autonomia differenziata delle Regioni, se trascura
gli enti intermedi, che sono come le arterie e le vene del corpo umano,
sarebbe realizzata solo una parte e non l’intero edificio.
Antonio Pètrina
segretario gen.le a r.