La Cassazione si pronuncia in tema di furto in luogo di privata dimora con la sentenza n. 48916/2022 e afferma che è legittimo l’arresto in flagranza del soggetto che tenta di rubare un pacco destinato a terzi nel locale della portineria condominiale, in quanto luogo di privata dimora.
La decisione prende spunto dal seguente caso.
Con giudizio per direttissima il Tribunale Monocratico non convalidava l’arresto in flagranza dell’imputato per tentato furto ai sensi dell’art. 56 e 624 c.p. che, a causa dell’intervento del custode, non riusciva a portare a compimento l’impossessamento di un pacco altrui custodito all’interno della portineria.
La condotta veniva qualificata come furto ex art. 624 c.p. perché il locale non veniva considerato come luogo di privata dimora o sua pertinenza e pertanto il reato non veniva considerato furto in abitazione ai sensi art. 624 bis c.p.
La decisione del Tribunale veniva impugnata dal Procuratore che contestava la qualificazione del fatto come furto ex art. 624 c.p.
La Corte di Cassazione accoglie tale doglianza e precisa che quando i furti vengono commessi all’area condominiale rientrano nella fattispecie di cui all’art. 624 bis c.p. in quanto la portineria, luogo di privata dimora, ha natura pertinenziale sia al fabbricato sia all’unità immobiliare del portiere.
Inoltre, la Suprema Corte sottolinea che in base a precedenti giurisprudenziali la “sottrazione illecita di beni mobili posti all’interno di aree condominiali, anche quando le stesse non siano nella disponibilità esclusiva dei singoli condomini…” integra la fattispecie di furto in abitazione ai sensi dell’art.624 bis c.p.“…in quanto detto luogo costituisce pertinenza di privata dimora.”
Secondo la Cassazione sono presenti quindi tutte le condizioni per procedere all’arresto obbligatorio in flagranza ai sensi dell’art. 380 comma 2 lett. c.p.c.
Dott.ssa Lucia Massarotti
