La Corte di Cassazione torna a pronunciarsi in materia di danno non patrimoniale.
E lo fa con la sentenza n.32935/2022 per mezzo della quale, in linea con un recente indirizzo e discostandosi dalle sentenze storiche sul tema, afferma l’autonomia del danno morale rispetto al danno biologico e la conseguente necessità- se esso viene provato- di una liquidazione separata.
La Suprema Corte aggiunge poi che il danno morale non è valutabile dal medico legale e prescinde dalle dinamiche relazionali della vita del danneggiato.
La pronuncia prende le mosse dalla seguente vicenda.
Un minore viene coinvolto in un incidente. In sede di appello viene dichiarata la sua invalidità permanente determinata nella misura del 32%.
La madre, in qualità di amministratrice di sostegno del figlio, agisce in Cassazione lamentando il mancato riconoscimento del danno morale quale voce autonoma di danno rispetto a quello biologico, in linea con la recente giurisprudenza.
La Cassazione accoglie la censura sollevata dalla ricorrente in quanto ritiene che la Corte d’Appello non abbia rispettato i principi in tema di danno non patrimoniale derivante dalla lesione alla salute.
La sentenza sottolinea infatti che il danno morale consiste in una sofferenza interiore rispetto a cui non rilevano le vicende relazioni del danneggiato; che esso non può essere valutato dal medico legale e che, se adeguatamente dedotto e provato, deve essere oggetto di autonoma e separata liquidazione rispetto a quella del danno biologico.
Dott.ssa Lucia Massarotti