DECRETO RAVE PARTY: COSA DICE LA NORMA E QUALI SONO I PUNTI CONTESTATI.

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Si parla molto in questi giorni del primo decreto legge varato dal nuovo esecutivo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Tra le altre, il D.L. 162/2022, contiene le “misure urgenti” in materia di “prevenzione e contrasto dei raduni illegali”: i cosidetti “rave party” di cui tanto si legge in queste ore.

Il decreto in esame inserisce nel codice penale l’art. 434 bis, rubricato “invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per ordine pubblico, o incolumità pubblica o salute pubblica”, un reato assolutamente nuovo introdotto al fine di punire i raduni definiti “illegali”.

Vengono considerati tali tutti i raduni ai quali partecipano più di cinquanta persone, “occupando abusivamente terreni o edifici per organizzare eventi da cui può derivare pericolo per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.

La norma prevede che vengano puniti gli organizzatori con la reclusione da 3 a 6 anni e con una multa da 1.000 a 10.000 euro, i partecipanti con pena diminuita. E’ prevista altresì la confisca delle cose utilizzate per commettere il reato.

La nuova norma è già oggetto di un acceso dibattito.

I punti contestati sono essenzialmente i seguenti:

– la legge non parla espressamente di “rave party”, con il rischio che potrebbero essere puniti anche i partecipanti ad una manifestazione pacifica;

– le parole della norma non spiegano con sufficiente chiarezza quando verrebbe commesso il reato;

– il reato di invasione di terreni ed edifici era già previsto;

– si ritiene che la pena sia sproporzionata.

Dopo poco più di quarantotto ore dalla sua approvazione il decreto potrebbe già essere modificato.

Sul tavolo ci sono almeno due criticità sollevate sia dalle forze politiche, sia da giuristi e costituzionalisti, che riguardano l’eccessiva genericità della norma.

Le modifiche spetteranno al Parlamento chiamato a convertire il decreto in legge entro fine anno.

Dott.ssa Lucia Massarotti

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