La Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi su una vicenda di maltrattamenti in famiglia, ai sensi dell’art. 572 c.p., in cui l’imputato era stato condannato in appello per questo e altri reati compiuti non solo verso la sua compagna ma anche verso il figlio minore.
L’uomo contestando la sentenza è ricorso alla Suprema Corte sollevando una questione di legittimità costituzionale dell’art.572 c.p. sostenendo che la formulazione della norma è errata perché parifica la commissione di un delitto davanti a un minore a un delitto commesso in danno di un minore, in violazione dell’art. 3 della Costituzione.
I giudici di legittimità analizzando la questione hanno escluso che vi sia una violazione del principio costituzionale di cui all’art. 3.
La Cassazione nella sentenza n. 21024/2022 non ha ritenuto incostituzionale la norma che correttamente prevede l’aggravante della commissione del reato di maltrattamenti “in danno” o “in presenza” di un minore.
La specificata aggravante, di cui al comma 2, comporta un aumento di pena fino alla metà in ragione del fatto che assistere a tali episodi per un minore possa comportare un trauma tale da essere paragonato facilmente all’essere vittima diretta di un reato.
Il legislatore infatti considera il minore in quanto persona offesa del reato di cui all’art. 572 c.p..
La Suprema Corte infine si è espressa in questi termini: << il fatto commesso in presenza di un minore, soggetto “debole” per definizione, non è certamente privo di un significato offensivo nei confronti del minore medesimo, la cui integrità psichica, nel breve e/o nel lungo periodo, può essere seriamente compromessa dalla diretta percezione di gravi episodi di violenza commessi in ambito familiare»: la ratio dell’aggravante, infatti, «si correla all’esigenza di elevare la soglia di protezione di soggetti i quali, proprio a cagione dell’incompletezza del loro sviluppo psico-fisico, risultino più sensibili ai riflessi dell’altrui azione aggressiva, specie se commessa da un genitore in danno dell’altro, e possano così rimanerne vulnerati, esito che riflette gli approdi ormai adeguatamente consolidati della scienza psicologica, secondo cui anche bambini molti piccoli sono negativamente influenzati dagli eventi traumatici verificatisi nell’ambiente che li circonda>>.
Milena Adani