Milena Adani
Ieri 27 aprile 2022 dall’Ufficio comunicazione e stampa della Corte Costituzionale è stata preannunciata la pubblicazione di una “sentenza storica”, relativa alla dichiarazione di incostituzionalità delle norme che impongono di dare in automatico il cognome del padre ai figli, nati sia dentro che fuori dal matrimonio e i figli adottivi.
La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata da una coppia di genitori che voleva dare il cognome materno al figlio nato fuori dal matrimonio.
La Corte, sulla base del principio di uguaglianza e nell’interesse della prole, ha valutato come lesiva e discriminatoria dell’identità del figlio la regola che gli attribuiva automaticamente il cognome del padre, in quanto elemento fondamentale dell’identità dello stesso.
Nello specifico, il giudice costituzionale ha ritenuto che le norme in questione siano contrastanti con gli art. 2, 3 e 29 della Costituzione italiana.
A ben vedere, l’articolo 262 del Codice Civile afferma che <<Il figlio assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. Se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori il figlio assume il cognome del padre>>.
Sulla scorta di questa sentenza “rivoluzionaria”, invece, il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, salvo che decidano di comune accordo di attribuirgli soltanto uno dei due cognomi.
Tuttavia, il giudice non esiterà a decidere secondo quanto previsto dall’ordinamento giuridico qualora i genitori non convengano insieme sull’ordine di attribuzione del cognome.
Ad ogni modo si dovrà attendere il deposito della sentenza per conoscerne le motivazioni, ma, soprattutto, il futuro intervento del legislatore in merito, invocato dalla Corte Costituzionale stessa.
Sulla notizia si sono espresse sia la Ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti, che ha evidenziato come nel diritto di famiglia, in linea con quanto disposto a livello Costituzionale ed europeo, vi sia parità tra i genitori e nessuna prevalenza dell’uomo sulla donna, sia la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che ha sottolineato il compimento di un altro passo verso l’uguaglianza di genere all’interno della famiglia.
Milena Adani